BOBO SANTO OTERA
Alcune Semplici Regole Ecologiche
di BOBO SANTO OTERA
La regola di Bergmann mette in relazione il variare della taglia e del rapporto superficie/peso corporeo di alcuni vertebrati omeotermi con la temperatura ambientale; in particolare, all’interno di una stessa specie, o in specie molto prossime, a parità di altri fattori ambientali ( disponibilità di cibo, densità di popolazione, effetti di competizione o di predazione ), gli animali delle aree di distribuzione più fredde presentano taglie maggiori.
La regola di Allen afferma che si osserva una diminuizione della superficie delle appendici (orecchie e coda) nei mammiferi distribuiti nelle zone più fredde, rispetto a quelle più calde .Un esempio classico è la variazione graduale della lunghezza delle orecchie e del muso nella volpe polare, nella volpe comune e nella volpe del deserto .
La regola della pelliccia prende in considerazione il pelame dei mammiferi e il piumaggio degli uccelli, che sono più densi nei climi più freddi. Un tale ispessimento chiaramente comporta una limitata dispersione di calore, cui contribuisce pure un aumento della taglia e una riduzione delle appendici.
VEDERE
E noi ?
Quando cambiano le condizioni climatiche e ambientali………..
Quando l’amore ci lascia o siamo lasciati……………………….
Quando le condizioni sociali e politiche tengono prigionieri i nostri desideri … per tanto tempo………………………………
Quando ci nasce o muore un figlio, un padre, un fratello………
Quando un incidente, una malattia……………………………….
Quando una differenza, il suo avvisarci crea…… meraviglia…….
Quando osserviamo danzare le volpi sotto la luna………………..
Per AltoTasso - Bobo Santo Otera
VOLPI
Alla fine, la percezione è l’unica cosa vera per l’individuo, cioè gli effetti della pratica percettiva sono l’unica realtà per l’organismo. Noi non reagiamo al dolore o al piacere, ma alle sensazioni che il dolore o il piacere che abbiamo percepito provocano in noi. Le nuove tecnologie ci consentono di vedere l’invisibile e potervi intervenire, le teleconferenze, i simulatori di volo per l’atterraggio, ecc., permettono conoscenze di realtà che sarebbero distinte come scale temporali e spaziali che altrimenti non sarebbe così facile compiere. Gli strumenti che oggi utilizziamo come gli oggetti che decorano la nostra quotidianità sono testimoni e trasmettitori della nostra attività, delle nostre mutazioni nel tempo del mondo, della nostra produzione di realtà.
e a loro figlia che si chiama Sole…
Un grande grazie a Giulia Meloncelli per la preziosa
collaborazione in “vedere” e “volpi”.
E ancora grazie a Tiziano Rossini per “città”.
FOTO INAUGURAZIONE
Città in Dicroico
Il Libro Parlato
Ho conosciuto Santo Otera
Mi sono stancato di subire il sonno, di adagiare le mie tempie sul solito cuscino.
Scivolando su piazza San Francesco, all’Altotasso ho conosciuto Santo Otera “Bobo”
- ma perché sceneggiare, disegnare, creare spazi dove riposi lo sguardo?
Forse per liberare l’ingiusta detenzione dell’immagine sulla pupilla, scarcerare l’iride oppressa,
divagare sulla spericolata contorsione della mano che ferisce la tela.
Il fulmine che non si distingue nel buio, il tuono silenzioso, Alce Nero che travalica l’arcobaleno.
La soglia, la soglia tra l’ordine e il caos, il caos tra Santo e Giulia, dove Giulia è l’infinito e
nell’infinito c’è l’estasi: “come ti vorrei illuminare, mescolare mirra e noce moscata,
camminare sul ciglio del burrone, camminare sulla spiaggia, avere il presagio di vedere,
guardare dalla finestra dopo aver fatto l’amore” ed è l’amore per cui il fiordaliso azzurro
dà colore al papavero, la luce che cambia, la “corda vocale impigliata in un filo”
mentre Edwin LAND affascinato dal colore ti batte sulla spalla.
È Santo Otera che con le sue rappresentazioni da coscienza al mondo,
che si lascia abbracciare dalle vibrazioni per poi vedere nascere un nuovo colore,
è lui che autentica un falso attraverso la creazione di un altro falso,
è lui che devolve a se stesso l’ingenuità del paesaggio per poi farlo rinascere.
DAGOBERTO WANDURRAGA LESMES
Poeta colombiano