Transatlantici
Scenari e Sogni di Mare
Collezione privata di Marcello Corsini
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Le "città galleggianti", i più grandi oggetti semoventi mai costruiti dall'uomo, sono parte integrante della mitologia del XX secolo. Romanzi, canzoni, opere cinematografiche hanno sancito l'appartenenza dei transatlantici a categorie più vaste di quelle dei semplici mezzi di trasporto, per quanto tecnologicamente avanzati. I transatlantici di linea, prima dell’avvento dell’aereo, erano i soli mezzi di trasporto passeggeri, merci e posta per collegare l’Europa con le Americhe e l’Australia. Il mondo dei transatlantici rappresentava il gran lusso dei più prestigiosi alberghi e ristoranti del mondo, ma anche la miseria dell’emigrante racchiusa nelle valigie di cartone piene di sogni.
Ogni compagnia di navigazione, ogni nave, offriva soluzioni diverse alla grande avventura delle traversate oceaniche. Stime elaborate dal Ministero degli Interni, ci ricordano che tra il 1876 e il 1915, oltre 14 milioni d’italiani emigrarono verso il Nord Europa e, soprattutto, verso le Americhe.
Si trattò di un fenomeno di estrema miseria riguardantepastori, contadini, manovali, falegnami, muratori che abbandonarono le loro case per non morir di fame. I transatlantici nacquero quindi principalmente per soddisfare la richiesta di tanti emigranti di andare nelle Americhe in cerca di fortuna, ma il lucroso traffico del trasporto degli emigranti subì un tracollo terribile nel maggio 1921 quando il congresso americano,votando il Dillingham Immigration Act limitò drasticamente l’immigrazione.
Stava nascendo, per fortuna, una nuova forma di turismo popolare composta di studenti ed ex combattenti americani desiderosi di passare le vacanze in Europa e rivedere in pace campi di battaglia e città che avevano conosciuto durante la guerra.
Eliminati dalle loro navi i grandi spazi di stiva originariamente destinati agli emigranti, gli armatori del Nord Europa costruirono, al loro posto, piccole, modeste cabine destinate alla nuova clientela.
La fine del sogno.
Nelle prime ore del mattino del 20 maggio 1927, il colonnello americano Charles August Lindberg, partì da solo da New York a bordo del suo aereo, lo Spirit of Saint Louis, e, trasvolato l’oceano Atlantico, senza scali ed in una sola tappa, dopo un volo di 33 ore e 30 minuti atterrò alle 22.19 del 21 maggio all’aeroporto Le Bourget di Parigi. Il meraviglioso volo di 5.700 chilometri destò l’ammirazione di tutto il mondo e diede l’avvio alla navigazione transoceanica. Per la prima volta il continente americano e l’Europa erano stati collegati non da una nave, ma da un aereo; un avvenimento che gli armatori dei transatlantici avrebbero ricordato in seguito come l’inizio di una sconfitta.