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Di lavoro si muore

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Natale è passato e i cinesi nelle grandi città lo hanno festeggiato per quello che è: una festa consumistica. Certo, i cattolici (20 milioni circa in Cina) lo hanno preparato per bene sia nelle città  sia nelle campagne e nelle zone più remote; c'è perfino una piccola comunità  cattolica di tibetani. Intanto la Cina cresce ancora e continua a crescere, ma ci sono diversi fattori che contribuiscono alla crescita, uno dei quali è il lavoro senza contratto, il lavoro nero sul quale non si pagano le tasse. Il Governo cinese lo sa molto bene questo. Un rapporto ufficiale, rilasciato ieri 29 dicembre, dice che l'80% delle imprese private in Cina non fanno contratti con i loro lavoratori. Questo rapporto è stato fortemente voluto da alcuni deputati dell'Assemblea Popolare Nazionale a 10 anni di distanza dalle leggi sulla tutela dei lavoratori.  Su 2.255 imprese visitate, su più  di due milioni di aziende private, il rapporto dice anche che nel 20% legale, i contratti di solito valgono un anno perché sono gli stessi lavoratori a non volere contrati vincolanti per più tempo. Le industrie che abusano di più sono quelle delle costruzioni (insomma i palazzinari con i loro caporali che a volte vanno a caccia di teste nelle campagne, ma anche nelle città, dove, per esempio a Beijing, vivono quasi 3 milioni di lavoratori immigrati dalle campagne), e le industrie leggere (se apri una piccola fabbrica in una zona sperduta chi ti viene a controllare se inquini, o se rispetti i diritti dei lavoratori se corrompi gli amministratori locali?). Inutile parlare di vacanze, giorni di malattia e di tutti quei diritti base che un lavoratore dovrebbe avere: qui in Cina sono ancora in pochi ad avere certi tipi di contratti. Il rapporto non specifica se sono state ispezionate anche industrie straniere, anche se queste ultime vanno in Cina proprio per le condizione che trovano.   Non possiamo inoltre imenticare che certe fabbriche-mostro fagocitano i lavoratori fino alla morte, come è capitato recentemente ad una operaria di 30 anni morta dopo 24 ore di lavoro ininterrotto per gli straordinari. Il volere guadagnare di più (per spedire più  soldi a casa, per migliorare le proprie condizioni di vita nella città  dove si vive e si lavora, per permettersi certi lussi anche minimi come un cellulare), in un mercato con così  tanta manodopera disponibile è un paradiso per un capitalista spietato che minaccia la persona di licenziarla e sostituirla in cinque minuti, e un inferno per un operaio-contadino che deve far mangiare la famiglia. I prossimi due anni saranno molto importanti per la Cina. Dal 2006 al 2008 (anno delle Olimpiadi, e non vi dico quanto sono già eccitati tutti da questo palcoscenico internazionale, che li vincola però a impegni concreti su molte questioni importanti), il governo dovrà  dimostrare alla popolazione che la redistribuzione della ricchezza (hanno già eliminato le tasse ai contadini), i diritti dei lavoratori che la legge già  prevede, la qualità della vita (centinaia di milioni di persone beve acqua inquinata, per non parlare dell'aria come vedete nella foto), ecc., non sono solo parole ma sono fatti concreti e tangibili. Il recente episodio del fiume Songhua ha fatto saltare il posto al ministro dell'ambiente, il responsabile della polizia, che ha sparato e ha ucciso diversi contadini nel Guangdong, sarà processato. Sono solo piccoli passi ma che vogliono dire qualcosa. Come significativa è stata la celebrazione del 90°anniversario della nascita di Hu Yaobang, riformista democratico amato dai giovani cinesi, alla cui morte gli studenti di Tian'anmen scesero in piazza; piccoli passi ma che i cinesi capiscono. C'è un modo di dire in Cina: manman lai, viene pianopiano, ovvero prima o poi arriva. Per la Cina e la sua velocità  di sviluppo, non è più tempo per manmanlai.   

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