Li Tianbing
Ho conosciuto Li Tianbing anni fa durante la prima biennale d'Arte a Beijing; questa è una chiacchierata con questa semplice persona, un appassionato fotografo "scoperto" da Long March Art Project, un tentativo di portare l'arte contemporanea, dal suo contesto urbano, alla vasta campagna cinese, e di far conoscere alle metropoli cinesi i tanti artisti nascosti in provincia.
Li Tianbing è nato nel 1935 nella provincia del Fujian, una delle provincie più arretrate della Cina, da una famiglia di contadini. Nel '43, rimasto orfano del padre all'età di 8 anni, dovette iniziare a lavorare la terra per aiutare la madre. Qualche anno dopo, finita la guerra di liberazione dai giapponesi, ritornò al suo villaggio un fotografo che aveva bisogno di un ragazzo che lo aiutasse a trasportare tutta l'attrezzatura. Li Tianbing iniziò così ad interessarsi al mondo della fotografia e, dopo aver accumulato esperienza, decise di fare una cosa che pochi, al suo villaggio e a quel tempo, avrebbero capito: prese il bufalo della famiglia, che voleva dire la vita stessa per una famiglia di contadini, per venderlo e comprarsi la sua prima macchina fotografica. Viaggiò per tre giorni a piedi e finalmente arrivò in città. Qui, dopo aver fatto l'affare, si comprò una macchina fotografica inglese prodotta nel 1946, di quelle in legno con un trepiedi che funzionano a lastre. Li Tianbing, al suo ritorno, si scontra con la madre, che lo chiama "la rovina della famiglia", ma alla fine capisce che la passione per la fotografia è molto forte in suo figlio. Da quel momento Li Tianbing alternerà il lavoro nei campi e la fotografia.
Quali sono i suoi soggetti preferiti?
"I miei soggetti preferiti sono le persone, nei paesi molto remoti, che di solito non hanno nessuno che li fotografa". Li Tianbing fotografa i contadini come lui, la sua gente. All'inizio le persone sono stupite ed incuriosite, vogliono vedere se le foto assomigliano alle persone vere.
Quale è l'accoglienza della gente dei villaggi?
"Loro sono molto contenti, e mi chiedono di andarli a fotografare almeno una volta all'anno. La campagna però è così grande e non ce la faccio ad andare una volta all'anno in ogni villaggio, quindi ci vado una volta ogni tre anni".
Le voci corrono, e la fama di quest'uomo che gira i villaggi a fare fotografie lo precede. Ogni volta che arriva in un posto l'accoglienza è calorosa, le persone vogliono una foto e si improvvisano set fotografici. Quali emozioni prova quando scatta una fotografia?
"Nutro un forte interesse per la fotografia. Quando vedo una foto che non mi piace, della quale non sono soddisfatto, allora mi sento male e la voglio rifare fino a quando non sono soddisfatto, o i soggetti che ho fotografato non sono soddisfatti".
Che cosa ne fa delle foto che sono venute male?
"Le tengo comunque per studiarle, per potermi migliorare. Espongo le foto su dei grandi pannelli, poi gli abitanti dei villaggi che fotografo, vengono a scegliere la foto che gli piace di più".
Li Tianbing fotografa persone, cerimonie, feste popolari e matrimoni. E' l'uomo il suo soggetto, è l'uomo che vuole fotografare, anche perché la fotografia diventa il suo primo lavoro, la sua ciotola di riso quotidiana; ma non basta. Suo figlio ci risponde che dopo è diventato più difficile, con solo la fotografia, dare da mangiare alla famiglia, quindi Li Tianbing ha cominciato a coltivare la terra e ad allevare i maiali. Ma la natura e gli animali rimangono comunque solo lo sfondo delle attività umane.
Ha mai provato ad utilizzare una macchina fotografica moderna, e se si perché ha continuato a scegliere la sua vecchia macchina?
"Certo che ho provato con una macchina fotografica moderna, una di fabbricazione cinese, non importata. Forse per i giovani che vogliono fotografare i paesaggi, per loro è meglio una macchina fotografica moderna. Per me che fotografo le persone è meglio la mia macchina fotografica".
Nonostante il pieno sviluppo della zona costiera, e dei siti di interesse turistico, le montagne interne del Fujian sono zone impervie, con un'agricoltura povera di sussistenza, ancora adesso alcune aree sono senza elettricità, e al suo villaggio Li Tianbing ha attrezzato una vecchia stalla in camera oscura. Per sviluppare le foto utilizza solo la luce naturale (è questa la sua magia) che entra attraverso il camino, o la porta della stalla. I tempi di esposizione devono essere calcolati benissimo se non si vuole rovinare la foto, e Li Tianbing è diventato un esperto. Anche oggi utilizza le stesse tecniche per sviluppare le fotografie. Per fotografare non ha mai utilizzato il flash, e pur di trovare la luce giusta è disposto ad aspettare ore e ore. Nel corso degli anni Li ha viaggiato per tutta la provincia del Fujian, ha raccolo più di 300.000 fotografie, ritratti di persone, di contadini, e recentemente è entrato nel Guinness dei primati come l'uomo che ha scattato il più alto numero di fotografie con luce naturale al mondo.
Nella sua vita, le sono mai capitati episodi particolari?
"A volte ho incontrato dei banditi che volevano derubarmi, ma io riuscivo sempre a nascondere la mia macchina fotografica, e mi prendevano solo i soldi. Un'altra volta ero fuori a fotografare quando si è scatenata una tempesta, ed io per ripararmi e per salvare la mia macchina fotografica mi sono messo sotto un masso. Ma la forte pioggia ha fatto scivolare il masso e per poco non mi ha schiacciato. Mi ricordo che durante un mio viaggio ho incontrato un branco di lupi, e mi sono dovuto rifugiare su un albero, mentre un giorno un serpente mi ha morso e per due mesi sono rimasto a letto. Una notte sono capitati nella mia zona una banda di banditi. La gente di un villaggio, spaventata dalla violenza di questi uomini, gli ha raccontato che nel villaggio vicino, il mio villaggio, c'era un uomo che aveva una macchina fotografica di valore. I banditi allora sono venuti al mio villaggio. Io sono scappato, con la mia macchina fotografica, nella foresta per nascondermi. I banditi mi sono corsi dietro, mentre due miei zii hanno cercato di fermarli. Questi criminali, non essendo riusciti a prendermi, hanno ucciso uno degli zii e hanno ferito l'altro. Poi, sono tornati indietro ed hanno incendiato il villaggio. Spento l'incendio gli abitanti decisero di lasciare il villaggio e solo io e la mia famiglia abbiamo deciso di rimanere. Col tempo, altre persone sono arrivate ad abitare nel villaggio".
Durante la Rivoluzione Culturale la fotografia era considerata un simbolo borghese e per questo motivo vietata. Li viene criticato pubblicamente, ma la gente dei villaggi difende lui e la sua macchina fotografica che viene nascosta. Per quasi 10 anni Li non è più libero di fotografare. Se lo fa, lo fa di nascosto, stando attento a non farsi scoprire. Finita la grande ondata rivoluzionaria, Li riprende a girare per le campagne e a fotografare i contadini. Alla fine degli anni '90, i curatori del progetto della Lunga Marcia, scoprono Li e le sue fotografie e gli chiedono di unirsi al loro progetto. Ancora oggi Li Tianbing continua a fotografare con la sua vecchia macchina, è diventato nonno ed alcuni dei suoi nipoti, così come suo figlio diventato fotografo professionista, a volte lo seguono nei suoi viaggi ed imparano dal nonno come fare le fotografie. Li Tianbing è ormai una leggenda vivente con tante storie da raccontare.