Regione: Sardegna
Vitigni: Cannonau
Azienda : Dettori
Vol: 16,5%
Il Dettori è il Cannonau arcaico della Sardegna. Un vino che tutti avevano dimenticato a favore di vini più semplici da bere ed anche da vendere. Bere il Dettori è come fare uno studio di antropologia culturale". È così che Alessandro Dettori descrive quello che è forse il suo vino più rappresentativo in un'annata particolarmente fortunata. Si tratta infatti di un prodotto commovente per ampiezza, per generosità e per slancio. Un vino immancabile.
Quando pensi di aver già capito tutto dell’essenza del
Cannonau, arriva questo vino che ti seduce per la sua eleganza e la sua solenne regalità. 16,5 gradi di alcol che spariscono dietro ad un naso complesso e fine dove si intrecciano un fruttato, un floreale e un arabesco di macchia mediterranea e dentro ad una beva generosa, che si dilunga a dialogare con la ricchezza delle sensazioni gusto olfattive. Vena sapida in chiusura che rimanda alla brezza del mare.
Rosso rubino, al naso esprime un profilo olfattivo stupefacente per grazia ed ampiezza. Note di macchia mediterranea si affiancano a sentori di frutta rossa appena matura, di violetta, di ginepro, di rosmarino, di spezie dolci. In bocca è altrettanto trascinante grazie ad un'acidità puntuale, didascalica, e ad una traccia di viva sapidità, perfetto contraltare a calore e morbidezza. Chiude con un finale di grande eleganza.
"..vogliamo che i nostri vini rappresentino l’essenza del nostro Terroir. Quello reale, vero. Creiamo Vini di Tradizione e di Territorio. Vini liberi. Liberi di esprimere se stessi, liberi di esprimere appieno un territorio poiché sono una semplice spremuta d’uva fermentata. Non sono vini schiavi delle logiche commerciali e di marketing. Non sono vini studiati e confezionati ad arte per un cliente importante". Alessandro Dettori
Una splendida realtà, quella di Dettori, che nel corso degli anni si è imposta come protagonista della rinascita della Sardegna del vino più autentica. Vermentino, cannonau, monica, pascale e moscato, provenienti da vigne anche centenarie, sono le varietà più tradizionali di questo territorio, la Romangia. In campagna, oltre allo zolfo, non vengono utilizzati prodotti di sintesi, né tanto meno diserbanti e sostanze chimiche, e i circa ventiquattro ettari vitati di proprietà aziendale, sono condotti nel massimo rispetto di ambiente, natura ed ecosistema, così da arrivare a raccogliere grappoli in grado di racchiudere la più pura espressione di ciò che è stata la stagione e di ciò che è il territorio.
In cantina, tanto rigorosi quanto essenziali sono i passaggi produttivi, per cui non vengono aggiunti lieviti, enzimi o altri coadiuvanti, e il vino non viene filtrato, non viene chiarificato e non viene barricato. Il consiglio è quello di lasciarlo riposare per qualche giorno dopo il trasporto, e di ossigenarlo nel bicchiere affinché possa esprimersi al meglio: dal “Renosu” al “Chimbanta”, dal “Tenores” al “Badde Nigolosu”, che siano bianchi o rossi, quelli di Dettori sono vini magnetici e profondi, che valgono senza dubbio l'attesa, e che soprattutto sono capaci di trasmettere l’essenza più vera delle terre di Sardegna.