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In Cina sempre più spesso si brinda con il vino
Ganbei! Questo invito al brindisi si sente spesso tra i tavoli dei ristoranti o nei bar della Cina, il paese che produce e consuma più alcolici al mondo. Fino a qualche anno fa si usava abitualmente brindare con i bai jiu ( i liquori come le grappe di riso, ai frutti, con le radici e le erbe piu’ diverse), ora si sente più spesso quando qualche bicchiere di vino viene sollevato; infatti, mentre la vendita del vino nel resto del mondo subisce una leggera flessione, in Cina le vendite crescono. Il consumo per persona aumenta al ritmo del 55% all’anno. La ricca tradizione di produzione vinicola cinese è antica, risale infatti al secondo secolo prima di cristo, poco prima della dinastia Han. La maggior parte della produzione era situata nella provincia occidentale dello Xinjiang. Ma fino alla dinastia Tang l’uva era un frutto sconosciuto nel resto della Cina, fino a quando l’imperatore Tai non decise di piantare delle vigne nel suo giardino privato per poter assaporare il frutto e il suo succoso liquore. La coltivazione si diffuse succesivamente a Tsingtao e a Qingxu, nella provincia dello Shanxi, ed a Tonghua nella provincia dello Jilin, che divennero il cuore della produzione. La prima cantina di tipo occidentale è del 1892 (ad opera della società vitinicola di Zhang Yu a Yantai, nella provincia di Shandong), durante gli ultimi anni di regno della dinastia Qing. Chang Bishi, un uomo con la passione per il vino, introdusse i metodi di lavorazione moderni, sostituendo le otri di terracotta, dove si lasciava riposare il vino, con le botti di legno, e diversificando i vitigni. Nel 1980 con la creazione della prima joint-venture Franco-Cinese (la Dynasty Winery Corporation), lo sviluppo delle case vitinicole Great Wall e Changyu (che occupavano la metà del mercato interno), e grazie a Guo Qichang, che rinnovò le tecniche per la lavorazione del vino, l’industria vinicola è diventata una realtà importante. L’ultimo passo si è avuto nel 1996-97 quando il Governo cinese ha stanziato parte degli aiuti dati all’agricoltura tradizionale, verso la produzione vinicola, aiutando in questo modo anche i piccoli produttori. Il paese si può suddividere in due grandi zone di produzione: nell’entroterra al nord (Ningxia, Xinjiang) predominano i vitigni tradizionali come Wuhebai, Longyan e Niunai, insieme ad alcune tecniche tradizionali come quella di sotterrare le viti per proteggerle dal freddo. Nella zona centro-settentrionale (Hebei, Shandong, le aree intorno a Beijing e Tianjin) provengono i marchi più commerciali come Dynasty, Zhang Yu, Great Wall, Qingdao e Tonghua.
Oggi la maggior parte delle case vinicole statali sono in joint-venture con aziende dalla Francia o dalla Spagna, che forniscono i macchinari, mentre la terra, il lavoro, ed i costi sono coperti dal Governo cinese. Altre realtà sono la Grace Vineyards nella provincia dello Shanxi, l’italiana Sella & Mosca Winery (il Catai chardonnay, cabernet sauvignon o merlot) nella provincia dello Shandong, che producono piccole quantità di ottimo vino a prezzi ragionevoli. Il prezzo del vino, per quanto riguarda quello di importazione è ancora alto (ma le tasse di importazione scendono: nel 2002 sono passate dal 110% al 75% e nel 2005 dovrebbero scendere fino al 48%), mentre una buona bottiglia di vino rosso della Great Wall costa sui 40-50 Yuan, circa 4.5 Euro. Più del 30% dei residenti nelle maggiori città ha bevuto vino almeno una volta nell’ultimo anno. A Beijing (Pechino) il vino rosso è quello preferito (occupa infatti il 71% delle vendite), ed è bevuto principalmente dalle donne, tra i 35 e i 44 anni di età, in possesso di una laurea, impiegate o libere professioniste, che percepiscono uno stipendio di almeno 2000 Yuan al mese. A Shanghai, invece, il profilo è diverso: sono gli uomini con un diploma di scuola superiore e con un reddito mensile di 2500 Yuan al mese (260 Euro). Vi sono diverse ragioni perché il bere vino diventa sempre più diffuso: perché si dimostra che si ha un alto livello di vita, significa che si è una persona colta, con un animo romantico, ed è sempre un dono gradito da ricevere. Infine, anche perché come si sa e dicono i medici di tutto il mondo, compresi quelli cinesi, il vino fa buon sangue.
zai jian
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